La pianura si chiama Pamir e per attraversarla ci vogliono 12 giorni ,durante i quali non troverete nulla se non un deserto privo di abitazioni o di qualsiasi cosa verde,tanto che i viaggiatori sono obbligati a portare con se qualsiasi cosa di cui hanno bisogno. La regione è cosi alta e fredda che non vedrete volare neppure un uccello. E devo sottolineare anche che, a causa del gran freddo , il fuoco non brucia in maniera cosi luminosa e che non riscalda come è solito fare normalmente..

Marco Polo , Il Milione

martedì 19 agosto 2014

Sua Altezza......il Pamir.....

Ho pensato mille volte in questi mesi come avrebbe reagito il mio corpo all'altezza del Pamir.
A mille domande ho risposto, con finta spavalderia, sempre e solo in un unico modo.......vedremo....
Alle mille raccomandazioni di chi vedendoci partire accennava, con voce tremolante, un augurio di buon viaggio ho sempre sorriso dicendo...." Ma si dai, in fondo fra tre settimane torniamo"...
Ora giro la chiave sul cruscotto della mia moto, il sistema di verifica diagnosi della centralina fa un check, mi da il via, io premo il pulsante di START, chiudo la visiera, inserisco la prima marcia, chiedo a Gisella se anche per lei sia tutto ok.........e partiamo.
Quel " vedremo" detto tante volte nei mesi scorsi, ora in modo un po' meno spavaldo, lo andiamo a scoprire per davvero......
Lasciamo Khorog alle prime luci del mattino di domenica 17 Agosto e ci avviciniamo all'ennesimo check point militare posto sulla strada appena partiti.
Gisella, scende dalla moto con i passaporti sui quali sono apposti tutti i visti degli Stati e delle regioni che abbiamo attraversato e di quelle che attraverseremo.
Io resto sulla moto in attesa, sino a quando la voce di Gisella rompe il silenzio laconico del mio casco.
Non vogliono farci passare, vieni anche tu.....
Entro nel gabbiotto in cemento liso e consumato dal vento freddo dei mille inverni già passati.
Un uomo in divisa, sguardo assente e alito di cipolla, mi parla in Russo e facendomi segno con le mani mi indica che la strada per il Pamir non sarà, per noi, percorribile......
Gisella si infuria, io la calmo, lei ha un momento di debolezza e cerca di inscenare una crisi di lacrime al fine di commuovere il puzzone " ma come.....abbiamo tutti i visti......siamo venuti sin qui .....ed ora questo si inventa un visto inesistente e ci vuole far tornare indietro ?...."
Certo, indietro non sarebbe possibile, e questo il mio amico " alito pesante " lo sa......
Forse, ha solo bisogno di un aiutino..............
Mr........dico io schiarendomi la voce,...........se occorre un visto, io pago.........
Lui, con aria da irreprensibile e incorruttibile uomo di polizia.......fa una smorfia con la bocca, prende un foglio di carta tanto vecchio che probabilmente risale al notes di Marco Polo quando passò anch'essi di qui, e ci scrive un numero........40..........
Poi, non certo di essersi espresso bene ......guardandomi negli occhi in modo severo aggiunge..........Dollars !!!
Spunta un sorriso sul viso di Gisella e parallelamente fuoriescono 40 $ dal mio portafogli......ma come si dice, purtroppo tutto il mondo è paese.........e certe cattive abitudini, anche se nascoste e forse meno note a tutti, esistono anche in un isolato e insignificante posto di blocco posto a quasi 3000 metri di altitudine.
Scampato il pericolo di un dietrofront, ripartiamo a salire.
Il sole scalda e la strada ci porta a 3000 metri nei pressi di un rudimentale ponte costruito sul torrente.
Decido di festeggiare i 7000 km dalla partenza con un sigaro, mentre Gisella scatta qualche foto ed un bimbo uscito da un auto insieme ad altri 8 passeggeri........ci regala tutto ciò che lui possiede....ovvero alcune more selvatiche.
Gisella ricambia con una gomma da masticare, di quelle che usiamo in assenza di dentifricio, di quelle che sanno di medicina .......ovviamente senza zucchero.....
E ad un bimbo, che si aspetta una caramella, bella colorata, zuccherata e piena di glucosio......regalare uno di quei concentrati chimici potrebbe non sembrare proprio una cosa azzeccata....
Lui inizia a fare facce strane, le compare la schiuma alla bocca......
Gisella le chiede " no good ? "
Lui in risposta sputa in mano la gomma e gliela porge con faccia disgustata.......
......tocca quindi al faccia da pirla recuperare........
Tiro fuori un sigaro e scusandomi con il padre, credo fosse padre, ne regalo uno.....
Il bimbo guarda attonito il padre gustarsi la prima boccata di fumo del suo nuovo gadget, mentre il sapore del vigorsol senza zucchero probabilmente le rimarrà in bocca sino alla prossima zuppa di cipolle.....
Ripartiamo attraversando alcuni villaggi abitati da chi respira giorno dopo giorno, estate ed inverno, l'aria di questi luoghi così difficili.
Fra questi vi sono anche i loro animali, alcune mucche, le capre ed i cani......
Questi ultimi, contraddistinti dall'avere un fisico possente, gambe altissime, le orecchie tagliate al fine di non essere facilmente morsicate, sono da subito molto aggressivi....
La nostra moto emette, con buone probabilità, un sound che per loro pare essere di forte disturbo.
Ci accorgiamo da subito di essere considerati un buon antipasto......una sorta di Kebab con le scarpe e con il casco......ma pur sempre un Kebab......
L'attraversamento dei villaggi diventa un incubo.
La strada è sterrata, i bambini ti corrono incontro costringendoti a veloci bassissime......le auto che incroci invadono la tua traiettoria......ma io ......devo sempre mantenere il motore della moto in coppia, marcia bassa ( generalmente la seconda ), occhi ben fissi sul,lato della strada e pronto ad accelerare bruscamente nel caso di avvistamento di cani cavallo all'attacco.
Gisella mi è di aiuto in quanto in più occasioni mi urla " vai vai vai...." 
Io accelero e vedo con la coda degli occhi comparire il grigno incazzato del famelico cane del Pamir....
Sentire i sui denti conficcarsi nella suola dello scarponcino e faticare ad accelerare in quanto, rispetto a quando siamo partiti da Trana, ora ho un ospite da trascinare via .....non è stato bello.
In più, come se non bastasse, non abbiamo con noi antibiotici e questi divoratori di infedeli non credo che abbiano mai visto un veterinario in vita loro.....
Ad ogni modo, a meno di uno scarponcino con la rabbia, ne usciamo indenni e poco a poco i villaggi scompaiono.....e cono loro anche i temutissimi......TaleCani........

Saliamo gustandoci ciò che non è verosimile descrivere a parole.
Ci togliamo gli auricolari, complice una abrasione che da giorni mi fa sanguinare l'orecchio, pensiamo possa essere anche un modo per metabolizzare meglio le immagini e poi, solo dopo, condividerle.
Raggiungiamo il sogno, quell'immagine offuscata apparsa in una notte d'inverno come una luce che illumina la notte mai buia del nostro mondo.
Raggiungiamo i 4000 metri e iniziamo a percorrere l'altopiano del Pamir.
La strada migliora, diventa asfaltata e le montagne attorno a noi ci sovrastano.
Alcuni passi oltre i 4200 metri di altitudine ci separano dalla nostre prima notte sul Pamir.
Un vento violento con nubi nere all'orizzonte ci incutono timore.
Alcuni fiocchi di neve, per di più frutto della bufera in atto sulle vette, si appoggiano sulla visiera del casco.
È pomeriggio ormai. Abbiamo perso un altra ora di fuso orario ed ora siamo a + 4 dall'ora del meridiano di Trana.......
Giungiamo al villaggio di Murgab posto a 3800 metri di altitudine, un luogo che pare uscire da una racconto di una mamma che per punire il proprio bambino dopo una marchella gli dice " guarda che se non stai bravo ti mando la dove non esiste nulla, solo polvere, fumo di sterco di vacca, non ci sono i letti, l'acqua non si può bere e ciò che si trova da mangiare è scaduto da tempo " .........ecco, noi dormiremo quá .........e senza neppure aver combinato marachelle........
Troviamo una camera " nell'hotel " di Muragb......gestito da una gentilissima ragazza Tajika che parla un ottimo inglese.
Fuori fa freddo, alle 8 di sera ci sono circa 6 gradi.
In camera, alle otto di sera, ci sono esattamente 6 gradi......questo grazie ad una finestra rotta che ci permette di respirare esattamente l'aria esterna.
Ceniamo a base di zuppa di cipolle ( tanto ormai le papille gustative hanno abbandonato la nostra bocca da tempo....) e spalmiamo un po' di nutella ( portata da casa ) sul pane grazie ad un rudimentale cucchiaino da me costruito con il legno del Pamir ( con buone probabilità questo sarà il mio gadget delle vacanze....).
Mancano i letti ma due materassi in terra ci permettono di riposare anche grazie al caldo dei sacchi a pelo portati da casa.
Al risveglio, sento con l'unica parte del mio corpo esposta all'aria aperta (il naso) un frizzante senso di fresco......
Ci alziamo, prendiamo un Cay caldo ( che ormai dovreste sapere che si tratta di te ..) ed usciamo.
La notte fredda ha brinato tutto, compreso la nostra moto.
La temperatura è di -2 gradi sotto zero ma il cielo limpido e un sole che così vicino non lo avevo mai visto fanno ben sperare.
Partiamo e ci immergiamo in quel sogno che ora, essendo realtà, fatichiamo a riconoscere.
Saliamo ancora e ci mettiamo alla prova metro dopo metro.
Il confine con la Cina, indicato da una recinzione con filo spinato, è a pochi metri da noi......
Allora, visto che tanto siamo stati puniti per una marachella non fatta..........tanto vale farla davvero....
Parcheggio la moto, approfittiamo di un tratto di filo spinato divelto........ed entriamo nel paese proibito.
Quel luogo che tanto avremmo voluto attraversare anni fa ma poi per problemi di visti ci fu impedito....
Ed ora......alla faccia di chi non voleva.........vi invadiamo !!!!!!

Piccoli passi ancora, lunghi fiati senza ossigeno, le ruote girano, il cuore pulsa, il cervello cerca invano segnali che ne indichino quell'altitudine mai raggiunta prima.
Fermo la moto di fianco ad un cartello.
Scendiamo in silenzio e rispettando il silenzio che sino li ci ha condotto, leggiamo quanto scritto sul cartello......
4655 m............
Ci guardiamo......e capiamo, solo allora capiamo, di esserci riusciti !
C'è un misto di gioia e tristezza in questo.
Felici di esserci riusciti ma consapevoli nel contempo che sia finita.
Dissi alcuni post fa che tutto pare difficile sino a quando non l'hai superato........avevo ragione.
Ogni istante, ogni singola rotazione della ruota della nostra moto, hanno contribuito al raggiungimento di questo nostro piccolo ma grande sogno.
Ma ciò che in quell'istante immenso e senza tempo mi venne in mente, non fu l'euforia di un obiettivo raggiunto.
Credo infatti che per far si che questo avvenga ci siano dietro mille possibile cause, il destino, la fortuna, la volontà, ecc.
Di sicuro, guardando Gisella, pensai che si, di una cosa, almeno di una occorre essere orgogliosi.....di avere avuto il coraggio di provarci !
Mi accendo il mio sigaro, quello dei 4655 metri vale il doppio.......
Me lo gusto e come se nulla fosse, dopo alcuni minuti ripartiamo.
Da questo momento, anche se non di molto, iniziamo a scendere.
Passiamo il lago salato, posto a 4200 metri. Un luogo che rapina il cuore, genera lacrime su sorrisi e fatichi a lasciare.
Prendiamo un Cay caldo, ci godiamo il miscelarsi dell'intenso blu del cielo con l'azzurro del lago raggiungiamo la frontiera di uscita dl Tajikistan coincidente con quella di ingresso del Kirghizistan.
Frontiera posta anch'essa a 4200 metri di altezza.
Lasciamo quel luogo, font di notti insonni, di battiti, di paure, di fantasie, di gioie e, come sempre,lo salutiamo con un ciao così come si fa per un amico.
Scendiamo a Sary Tash, luogo di pastori i quali danno anche da dormire talvolta.
Poche parole, ci sentiamo un po' svuotati.
Non ceniamo e ci lasciamo rapire dal sonno in attesa di un nuovo ossigeno da respirare.

Vi scrivo da Osh, seconda città del Kirghizistan, dove siamo arrivati oggi.
Ci restano gli ultimi km verso la capitale dell'Uzbekistan e da li si torna a casa.
Desideravamo un luogo dove poterci riposare dopo le fatiche del Pamir, abbiamo scelto il miglior hotel di Osh per questo.
Il costo è di 20 $ la camera.
Manca l'acqua fino alle 18 di stasera, e noi è da tre giorni che non facciamo una doccia calda.
Però c'è il collegamento ad internet, e questo ci permette di salutare voi che ci avete seguito.
Io lassù ho lanciato nel blu cobalto di un cielo mai visto i pensieri di alcuni di voi, l'avevo promesso.......e l'ho fatto.
In modo simbolico, chissà, forse un giorno qualcuno di voi, quel pensiero tornerà a riprenderselo....e ne lascerà uno per me.

Il sogno di respirare l'aria del Pamir, ora, è storia.
Fa male dirlo perché vorrei poter riavvolgere il nastro e ripartire.....
Vorrei tornare lassù dove il silenzio ti parla, dove l'aria ti scuote, dove il sole ti cuoce e dove il cuore pare avere un unico grande battito contino......
Vorrei rivedere quella luce, vorrei vivere quel luogo.......ma forse, per come siamo fatti noi, dopo poco sogneremmo di essere altrove ed allora partiremo.......
Quindi metro dopo metro, respiro dopo respiro, anche domani andremo avanti e torneremo......

Come di consueto scrivermo ancora un ultimo post e su quello ci saluteremo,

Intanto a tutti voi, grazie.....
Vado a vedere se è arrivata l'acqua..........
Mi dispiace un po' togliermi la polvere del Pamir da dosso.......ma credo che se non voglio finire in quel posto " dove esiste nulla, solo polvere, fumo di sterco di vacca, non ci sono i letti, l'acqua non si può bere e ciò che si trova da mangiare è scaduto da tempo " ....... Dovrò farlo !!!!



















3 commenti:

  1. Ciao ragazzi vi abbiamo letto fin qui. E' stato emozionante ripercorrere insieme a voi la traversata dell'altopiano del Pamir. E' vero Gianni, cieli cobalto come quelli sono inenarrabili.Siamo contenti che ce l'abbiate fatta. Avete portato a termine un'avventura che sicuramente vi ha arricchito. Non ci resta che augurarvi ancora Buona strada e buon rientro.-))
    Cris e Knut

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  2. Grazie a voi che come al solito ci avete fatto "vivere" il vostro viaggio da protagonisti.
    Grazie e buon rientro.....BRAVI!
    Daniele & Sandrine

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  3. ciao complimenti ragazzi , è un piacere leggervi, sapete trasmettere la vostra intraprendenza, coraggio e tanta voglia di scoprire i bello e anche il brutto che c è intorno a noi .in bocca al lupo per il ritorno, un abbraccio a presto germana

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